Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Dai dati statistici dell’INAIL risulta che ogni anno in Italia si verificano circa 1 milione di infortuni sul lavoro, di cui circa 1.300 con esito fatale; l’Italia emerge così fra i primi 10 paesi dell’ U.E. con il tasso di incidenza infortunistica più alta. Più di 35.000 inoltre sono i casi di malattia professionale e correlata al lavoro e i tassi di crescita non danno segni di arresto.
Le cause di tale fenomeno sono da imputarsi principalmente ad una ancora troppo scarsa cultura in tema di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro sia da parte dei lavoratori, sia da parte dei datori di lavoro, soprattutto di piccole e medie realtà aziendali. Le conseguenze dirette di tale situazione sono:
- Un limitato investimento nella sicurezza da parte dei datori di lavoro (dotazione di misure e regole adeguate atte a prevenire incidenti e malattie; formazione dei dipendenti)
- Un’insufficiente responsabilizzazione e senso di responsabilità manifestati da parte dei lavoratori sui rischi cui sono sottoposti nei rispettivi luoghi di lavoro

La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro rappresenta, quindi, da tempo una assoluta priorità per l’Italia, che con l’approvazione definitiva nel luglio 2009 del decreto “correttivo” (d.lgs. 3 agosto 2009, n. 106) al Testo unico n. 81/2008, ha completato il disegno di riforma iniziato nel 2007, equiparando l’Italia agli standard normativi internazionali ed europei. Le finalità del Testo unico sono, in particolare, quelle di tutelare tutti i lavoratori, di qualsiasi natura contrattuale (dipendente, socio lavoratore o volontario) e di qualsiasi livello (dirigente o sottoposto), dai rischi presenti all’interno dell’ambiente lavorativo, ma allo stesso tempo di coinvolgerli in prima persona nel processo di gestione della salute e sicurezza all’interno dell’azienda.
Le autorità incaricate di vigilare sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sono l’azienda sanitaria locale competente per territorio e il personale ispettivo del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
In caso di mancato o errata applicazione della normativa, sono previste sanzioni penali (dai 6 ai 18 mesi) e sanzioni amministrative, per ogni singola violazione, calibrate in base alla gravità riscontrata, e in capo ad ogni datore di lavoro individuato.